Parliamo di due trattamenti molto simili tra loro ma al contempo molto diversi e possiamo fin da subito definire il tatuaggio il precursore della tricopigmentazione ma prima d’elencare le caratteristiche che differenziano i due temi, è bene mettere in chiaro di cosa stiamo parlando.
Da dove nasce la Tricopigmentazione
La Pigmentazione del cuoio capelluto è una tecnica innovativa, nata in Inghilterra nel 2001 con Ian Watson, il quale dopo aver perso suo fratello a causa del cancro entrò in un periodo di forte stress che gli causò la perdita dei capelli. Pensò di porre rimedio al problema con la geniale idea di ricreare l’effetto dei capelli rasati sulla testa, in modo da non far trasparire appunto l’assenza dei capelli. Dopo vari tentativi e tanti anni di esercitazione, questa tecnica è entrata a far parte di molti centri in tutto il mondo con una conseguente rivoluzione del mondo estetico.
Nulla però viene inventato di sana pianta da Ian dato che la pigmentazione dello scalpo prende spunto dalla tecnica dot work nel tatuaggio.
Dal 2007, questa tecnica è riconosciuta nella versione temporanea, e quindi riassorbibile, grazie a Milena Lardì, pioniera della Tricopigmentazione e ormai divulgatrice e insegnante ai migliori Professionisti (medici e non) di tutto il mondo. Grazie allo studio in sinergia con i migliori professionisti d’Europa nel campo della produzione di strumentazioni e pigmenti, Milena Lardì ha creato la versione temporanea della pigmentazione sul cuoio capelluto che ad oggi viene eseguita in oltre 100 cliniche di trapianto di capelli in tutto il mondo.
Per visionare i risultati della tricopigmentazione eseguita da Milena Lardì clicca qui.
In cosa consiste?
La Tricopigmentazione è una tecnica che prevede l’inserimento di un pigmento nel derma superficiale al fine di poter riprodurre otticamente i capelli in fase di crescita, mascherando così la perdita dei capelli. Il pigmento viene inoculato in una determinata modalità al fine di poter riprodurre il follicolo pilifero senza spanciare e creare puntini eccessivamente grandi.
La Tricopigmentazione prevede una forma permanente ed una temporanea.
- Nel caso della tricopigmentazione permanente, il pigmento permane nel cuoio capelluto per tutta la vita e va ritoccata almeno ogni 4-5 anni. In questo caso i pigmenti che vengono utilizzati sono molto simili a quelli da tatuaggio.
- Nel caso della tricopigmentazione temporanea, il pigmento viene riassorbito dal sistema immunitario attraverso la Fagocitosi e viene completamente espulso dal sistema immunitario in circa 3-5 anni. In questo caso, invece, vengono utilizzati pigmenti di dimensioni ridotte, molto differenti rispetto a quelli da tatuaggio.
Perché pensiamo al tatuaggio se parliamo di tricopigmentazione?
La risposta è semplice, entrambe rappresentato la volontà di modificare esteticamente una zona del nostro corpo utilizzando aghi che trasportano del pigmento nella pelle. I tatuaggi possono essere eseguiti su tutte le zone del corpo al fine di poter abbellire la nostra pelle mentre nel caso della Tricopigmentazione si far riferimento solamente al cuoio capelluto.